La ricerca Internet Trends, pubblicata da KPCB e firmata da Mary Meeker, rappresenta una sorta di bibbia per coloro che lavorano nel digitale. Le sue 200 e passa slide fanno una fotografia approfondita dello stato di internet nel mondo, ma soprattutto introducono ogni anno una serie di focus su argomenti specifici: dalla finanza alla comunicazione e al marketing; dall’analisi dei trend in alcune aree geografiche alle ricerche su specifiche tecnologie. Il risultato è spesso illuminante, perché anticipa alcuni dei trend destinati a diventare in breve tempo mainstream.
Abbiamo provato a definire una nostra mini-guida alla lettura di Internet Trends 2016.
Le prime slide, dalla 5 alla 15, raccontano di come sta crescendo la penetrazione di internet nel mondo. Già da un paio di anni, viene evidenziato come i tassi di crescita si siano notevolmente ridotti. In compenso, ci sono paesi che continuano a crescere a ritmi estremamente sostenuti. E tra questi, la star sembra essere l’India. Il mobile fa ora un po’ fatica a trainare la crescita nei paesi meno sviluppati, dove il costo di un device (ancora troppo alto rispetto alla capacità di acquisto della popolazione) rimane la barriera principale alla diffusione del web in mobilità.
Le pagine da 17 a 40 sono un’accurata analisi del quadro economico mondiale, con una chiusura sul ruolo che possono avere internet e le nuove tecnologie. In breve, si afferma che in un quadro generale di crescita estremamente rallentata rispetto al passato, i margini di errore per tutti – dai governi, ai consumatori, agli investitori di ogni tipo – si sono ridotti. Cosa può fare internet? Introdurre efficienza. Ovvero far sviluppare nuovi business che rispondano al bisogno di sicurezza, di risparmio di tempo e denaro. Un messaggio chiaro anche per i nostri eserciti di startupper.
Da slide 42 a 48, si parla di pubblicità. Qui non ci sono molte sorprese per noi addetti ai lavori, ma non mancano curiosità e spunti di riflessione. Il mercato della pubblicità digitale continua a crescere in tutti gli ambiti e in tutti i paesi. Facebook cresce molto di più degli altri. Il mobile rimane il media che presenta le maggiori opportunità, in termini di gap ancora esistente tra percentuale di tempo speso vs percentuale degli investimenti. La crescita dei software di ad blocking – che bloccano la pubblicità, in particolare sui dispositivi mobili – potrebbe accelerare il crescente successo di forme di comunicazione più autentiche e contestualizzate, come ad esempio il video su Snapchat, definito “3 V“: Vertical, Video, Viewing. Fatto ad hoc per il cellulare, perfetto per raccontare storie – anche in tempo reale -, e sempre a tutto schermo.
Da 50 in poi, il tema sono l’e-commerce e il retail. In apertura, vengono analizzati abitudini e bisogni delle varie generazioni, per poi evidenziare come modelli e canali distributivi si siano adattati negli anni ai cambiamenti generazionali. Chi sta guidando il cambiamento in questo momento, negli Stati Uniti, sono i Millennials. È la fascia di popolazione tra i 18 e i 35 anni, è la più numerosa e a breve sarà quella con maggiori capacità di spesa. È quella che vuole personalizzazione e contatto diretto, magari con strumenti a cui si sta dimostrando particolarmente affezionata, come la comunicazione live in video. Un ruolo importante lo giocano anche le immagini: non solo grazie al successo di piattaforme come Instagram o Pinterest, ma anche grazie all’avvento di nuovi fenomeni come ad esempio OfferUp, un’app alla eBay (vendo e scambio) ma super semplificata e costruita ad hoc per gli smartphone.
Da 100 a 110, si analizza il fenomeno dell’instant messaging, sottolineando come si stia sempre più incorporando forme di comunicazione che vanno molto al di là del semplice testo.