Tutti noi siamo ormai abituati a una funzionalità tipica di Google, quando usiamo il motore di ricerca per trovare sul web le informazioni che ci interessano.
La funzionalità è il Completamento automatico, spesso molto utile a guidarci verso l’obiettivo, in quanto ci suggerisce la “stringa” giusta da ricercare dopo che abbiamo digitato soltanto pochi caratteri.
Il Completamento automatico funziona grazie alla continua registrazione, da parte di Google, delle attività di ricerca: in pratica, un censimento in tempo reale di tutto ciò che gli utenti ricercano. Oltre a questo, ha un peso la quantità di pagine web esistenti e indicizzate che contengono le stringhe di ricerca suggerite. In entrambi i casi, si tratta di un’interessantissima fotografia della realtà, in grado peraltro di aggiornarsi in modo molto veloce.
Nell’esempio che segue, scopriamo quanto siamo sgrammaticati: tra ricerche e pagine indicizzate, il “qual’è” domina sul corretto “qual è”. Non solo nel Completamento ma – tristemente – anche nel “Forse cercavi”.
Se invece vogliamo curiosare tra i desideri degli italiani, possiamo provare a digitare “voglio”. Il “voglio dimagrire” è probabilmente un segno del fatto che sono appena passate le vacanze di Natale.
Il Completamento automatico ha talvolta effetti deleteri per la reputazione delle marche in rete. Nei primi mesi del 2012, LiveXtension ha ideato e realizzato un concorso web ad hoc per il proprio cliente Sorgenia, operatore del mercato libero dell’energia. L’iniziativa aveva il compito di “generare”, da parte di utenti web, ricerche con keyword “Sorgenia” associata a parole positive. Il concorso ha prodotto oltre 1 milione 300mila ricerche in 40 giorni! L’obiettivo (riuscito) era quello di eliminare dal Completamento di Google stringe negative come “Sorgenia truffa” e “Sorgenia disdetta”. Qui la case history completa.
Naturalmente, su Google Completamento automatico entra prepotentemente l’attualità. Ecco cosa succede digitando “Je s”: c’è ovviamente “Je suis Charlie“, la frase guida della mobilitazione dopo gli attentati in Francia. C’è anche “Je so pazzo“, segnale di quanto la scomparsa di Pino Daniele abbia colpito gli italiani.
Pochi giorni e due grandi fatti di attualità. E tutti si sono dimenticati di Catherine Deneuve.