Anche Twitter sembra adesso avviato sulla strada già intrapresa da Facebook e, prima ancora da Google: tutelare il più possibile i brand e la loro migliore visibilità. Fino a qualche tempo fa, l’unica logica per l’assegnazione degli username su Twitter era il 1st come 1st served. Questo aveva alimentato i soliti fenomeni di cybersquatting (registrazione semi-abusiva di nomi utenti e quindi indirizzi web con i nomi dei brand o di personaggi famosi), già visti su Facebook e più recentemente su Pinterest. Da vedere ad esempio questa lista di account Twitter chiaramente squatted passati in rassegna da Mashable.
Twitter aveva iniziato con il rendere possibile il “riscatto” dei nomi utenti non attivi, o che svolgevano attività palesemente truffaldina per il fatto di prendere le sembianze di qualcuno o di qualcosa senza averne il diritto.
Oggi è finalmente possibile per i brand riscattare il proprio username, grazie a un apposito modulo di contatto presente sulle pagine web del Supporto Online di Twitter. Tutte le indicazioni sono nella pagina, aggiornata di recente, della Trademark Policy. Da qui, i titolari di marchio – in possesso di tutti i titoli per utilizzarlo – possono contattare Twitter attraverso la form: https://support.twitter.com/forms/trademark La risposta è veloce e ci si può aspettare che sia positiva, visto che può dare la possibilità sia di riscattare uno username e di configurare con quello la propria presenza Twitter; sia di far migrare al nuovo username “riscattato” un vecchio username già attivo e utilizzato. Testualmente: When we determine that an account appears to be confusing users, but is not purposefully passing itself off as the trademarked good or service, we give the account holder an opportunity to clear up any potential confusion. We may also release a username for the trademark holder’s active use.
Quest’ultima situazione è stata gestita proprio per LiveXtension, in tempi estremamente rapidi (poche ore dalla richiesta). Il vecchio account di Sorgenia @sorgeniaenergia, già attivo da circa due anni, è diventato in pochi secondi @sorgenia, a dispetto dell’utente che aveva registrato (e aveva saltuariamente anche utilizzato) il profilo con il brandname.
Un passaggio necessario per Twitter: un’azienda che si prepara a sfidare Google e Facebook nel contendersi le fette più grandi dei budget pubblicitari online delle aziende di mezzo mondo.