La crescita di Twitter è sotto gli occhi di tutti. L’ex fratello minore di Facebook sta recuperando terreno molto velocemente. Amatissimo dalla celebrities americane fin dagli inizi, oggi sta attirando utenti di tutte le età, in parte proprio grazie al fatto di consentire un dialogo diretto senza precedenti: i giornalisti parlano con il loro pubblico, scovano notizie e tastano l’umore della gente; i politici hanno evidenze in tempo reale di quanto le loro posizioni vengano apprezzate o criticate; gli sportivi interagiscono tra loro oppure dicono la loro ai quattro venti senza i filtri degli uffici e delle conferenze stampa.
In Italia, i numeri di Audiweb ci segnalano un raddoppio di Twitter: siamo passati dai due milioni di utenti mensili del 2011 ai quattro milioni del 2012, con un’evidente approssimazione per difetto data dal fatto che la fruizione di Twitter – in buona parte il segreto del suo successo – è soprattutto mobile (non ancora rilevata da Audiweb).
Un’idea molto chiara di ciò che si può fare con Twitter ce la danno due musicisti: Enrique Iglesias ha proposto al suo pubblico la lotteria per assegnare i posti nel backstage. I fan dovevano twittare il loro numero di posto con l’hashtag #EnriqueJLotour. I più fortunati avrebbero ricevuto (via Twitter, probabilmente) l’invito. Altro approccio quello della boy band One Direction: Twitter serviva a raccogliere le domande dei fan, a cui rispondere in una speciale sezione dell’esibizione live. Stessa meccanica applicata ormai in decine di trasmissioni radio e tv.
Non è un caso che Twitter sia alla base di molte strategie di social crm, ovvero di gestione attiva – sui social media – della relazione tra marche, o aziende di servizi, e loro clienti.
Forse Twitter non raggiungerà mai i numeri di Facebook, ma…
- è senz’altro la killer application per quanto riguardo il dialogo tra le star – di ogni campo – e la gente comune;
- è forse il miglior servizio in assoluto quanto a capacità di funzionamento ed efficacia identici sul web e nelle mobile apps;
- crea un ponte continuo tra traditional media e new media;
- è un modo per far sentire chiunque per un attimo una star, grazie a quei 140 caratteri urlati al mondo.