L’intento della campagna Good to Know di Google è sicuramente importante. Si tratta di una campagna internazionale, che ha trovato autorevoli partnership in alcuni dei paesi in cui è stata declinata: la campagna britannica è sviluppata in collaborazione con l’associazione Citizen Advice Bureau; quella italiana addirittura con la Polizia di Stato.
Good to Know (o Buono a Sapersi, se preferite) pubblicizza e spiega l’algoritmo di Google che offre risultati locali, basati sul riconoscimento della posizione geografica da cui l’utente effettua la ricerca. Google spiega che il riconoscimento viene fatto in base all’indirizzo IP del computer; e che in nessun modo risale all’identità o ai dati personali della persona che effettua la ricerca.
La creatività stampa – oggi sul Corriere della Sera – mostra una surreale chiamata da parte di un napoletano a un idraulico di Milano: “È un’emergenza.” Risposta: “Parto subito. Ci vediamo tra 8 ore“.
Prima considerazione: nei giorni in cui l’Italia piange i morti e le rovine dei terremoti in Emilia, una pubblicità che parla in termini giocosi di “un’emergenza” appare del tutto fuori luogo. Si può parlare di casualità e sfortuna; ma le pubblicità possono anche essere fermate o ritirate per tempo.
Seconda considerazione: il messaggio di questa pubblicità dovrebbe essere semplice. Google ti offre un servizio in più; e per farlo non “ruba” niente dei tuoi dati. Segue spiegazione tecnica, non comprensibile ai più, ma “sottoscritta” anche dall’Autorità: la Polizia di Stato. Siamo sicuri che l’iperbole della telefonata all’idraulico a 800 km di distanza aiuti il pubblico a capire?