Come al solito South Park, il più irriverente dei cartoon, mette in risalto le stranezze della nostra società, in un mix di risate e profonda critica. Un celebre pensatore come L. Wittgenstein sosteneva che perfino un trattato filosofico potrebbe essere fatto di sole battute umoristiche, sottolineando quanto un messaggio può essere intelligente se portato con la giusta dose di ironia. South Park, in questo senso, è un perfetto esempio di satira sociale.
Come non farsi beffe di Facebook allora, con le sue regole implicite e amicizie più o meno reali? Il tutto perfettamente in linea con le nuove tendenze socio-demografiche, dato che solo di recente la partecipazione al più diffuso dei social network si è estesa anche alle fasce d’età differenti rispetto a quella dei ragazzi.
Troviamo quindi il protagonista Stan, di anni dieci, costretto a mantenere un profilo Facebook per omologarsi al resto del gruppo di amici di scuola. Con la sua nuova identità online iniziano subito i problemi: le gelosie infondate della sua fidanzatina, le richieste bizzarre del padre, offeso perché il figlio “ignora” la sua richiesta di amicizia o perché non manda un “poke” ogni tanto alla vecchia nonna (anche lei col profilo) o perché si rifiuta di aiutare i suoi amici in Farmville.
Nella puntata vengono ridicolizzate in modo esilarante le infantili ossessioni degli utenti, che spesso attribuiscono significati assoluti a semplici status o al numero complessivo di collegamenti tra amici, come se questi rispecchiassero la vita reale dando un valore misurabile dei rapporti interpersonali.
La prospettiva poi viene ribaltata con la rappresentazione delle dinamiche del social network trasposte in uno scenario reale. Viene citato e utilizzato come espediente narrativo “Tron”, film Disney degli anni ’80 dagli effetti speciali decisamente vintage! Ve lo ricordate? Stan dovrà combattere la personificazione del suo profilo online (più potente del vero Stan) in una battaglia all’ultima application.
Qui c’è il link della puntata.
Già in passato South Park aveva preso di mira internet e il social gaming con una spassosissima puntata su World of Warcraft, il gioco online fantasy più diffuso tra i ragazzini.