Il New York Times ha reso noti i risultati di uno studio dell’Università della Pennsylvania, denominato “Social Transmission and Viral Culture“. Lo studio ha indagato la lista dei più condivisi (ovvero inviati via email) articoli pubblicati sull’edizione online del quotidiano. Alcuni dei risultati non sorprendono, dal momento che evidenziano l’alta probabilità di “sharing” registrata da temi positivi e emozionanti rispetto a contenuti a sfondo critico o negativo. Sorprende invece il successo di alcune materie particolari, come le Scienze; e, in un certo senso, sorprende anche il fatto che articoli lunghi abbiano maggiori possibilità di essere condivisi rispetto ad articoli brevi.
I ricercatori hanno riassunto queste tendenze con l’affermazione che il contenuto destinato alla condivisione è quello che ispira “awe“. Il termine inglese non è facilmente traducibile, anche se un aiuto viene dalla definizione estesa “an emotion of self-transcendence, a feeling of admiration and elevation in the face of something greater than the self.”: una storia grande, importante, che forza a vedere le cose da un punto di vista diverso e magari a pensare il mondo in maniera differente è quella che colpisce di più, genera rispetto e ammirazione per il contenuto (e per l’autore) e induce immediatamente alla condivisione.
Il tema dello “sharing” è analizzato in profondità anche da Online Media Gazette, in particolare in due post recenti “Analysis of Knowlege Sharing” e “The Correlation Between Influence And Knowledge Sharing“.Omgaz (insieme gli studi che cita), a differenza dei ricercatori della Pennsylvania, indaga in maggiore profondità “le ragioni dello sharing” dal punto di vista di chi decide di condividere, più che del contenuto ad alta probabilità di condivisione.
La ricetta giusta per creare contenuto virale sta nell’analisi di entrambi i fronti di analisi: un contenuto che spiazza, sorprende, genera stupore e rispetto; un contenuto che stimola e strizza l’occhio alle ragioni profonde per cui un utente condivide con altri utenti.